mercoledì 9 ottobre 2013

Funghi della Garfagnana







Funghi della Garfagnana senza trucchi
Tranquilli non ho alcuna intenzione di parlare dei funghi scientificamente anche perché non ne sono all’altezza. Ne parlarne dove, come si raccolgono e spiegare metodi, sistemi d’individuazione.  Solo dove assaggiarli, assaporarli, gustarli, insomma…mangiarli. Restringiamo l’area geografica alla valle “vocata”, qui vicino, “ad un tiro di schioppo”: la Garfagnana.
Già i funghi della Garfagnana; ce ne sono a quintali anzi tonnellate poi, sfatato il “mito”, la realtà ci apre un mondo di appassionati che calpestano le zone pedemontane di qua e di là del fiume Serchio e dei i suoi affluenti torrentizi. Scopri che queste primizie non sono molte e destinate a pochi “fortunati”. Ricordate alcuni anni fa, lungo la Ludovica, i venditori di “Funghi della Garfagnana”? Oggi, grazie all’intervento delle Autorità preposte, i venditori ancora ci sono (in quantità minore perché il giochino si è inceppato) ma i cartelli indicano genericamente solo “Funghi”. Ogni tanto, qualche furbetto sicuro del non passaggio delle autorità, espone l’originale indicazione o, peggio ancora, avvicinandosi per l’acquisto, ti assicura, sulla testa dei propri figli (scapolo e con accento marcato meridionale),che sono della Garfagnana raccolti dal padre, nonno, zio e, con elenco in mano, sciorina i nomi di tutta la famiglia autenticamente garfagnina. Sappiamo che provengono dall’Est e vengono acquistati da importatori locali con tanto di tracciabilità del prodotto. Nei ristoranti, nelle trattorie disseminati in tutto il territorio, “stessa musica”; pochi si salvano. A volte capita di trovarsi nel luogo e al momento giusto come quella volta, in riva al Lago di Gramolazzo, seduto verso le 11 al Bar-Ristorante di fronte al lago, vidi arrivare un Signore con dei cesti di vimini “che odoravano di bosco”. Funghi meravigliosi colti poche ore prima. Inevitabile il mio coinvolgimento e successiva “abbuffata” nel retro stanza per pochi intimi.
Mi trovavo dalle parti di Sillano, nell’Alta Garfagnana, vicina ad una delle due sorgenti del fiume Serchio, in una Domenica settembrina a caccia di porcini da mangiare. Parla con uno, parla con un altro: nessuno che lasciasse trapelare qualcosa. Infine, all’uscita della Messa, avvicinai una signora un pò “grande”, di quelle genuine che incarnano la realtà agro-pastorale della zona e ricordandole che era appena uscita da un luogo sacro, con tanto di benedizione, non poteva inventare bugie.  Cominciai a farle alcune domande.
Voi (è obbligatorio) siete una fungaiola? – Gerto ero bimbina quando la mi mamma mi portava a fa funghi.
E dove? – tò lo vengo a di a lei, sono segreti
Ancora andate per funghi? – Gerto e un no digo a nessun. Parto di notte, faggio finta d’andà da una parte e vaggo da vell’altra. Poverin son pronti a rubarti i tu posti.
Ma se oggi volessi mangiare un po’ di porcini da chi devo andare?
Mi guardò fissa negli occhi. Secondi che sembrarono eterni. E poi…
Ma è solo? Venga con me, la porto io a mangià i veri funghi della Garfagnana.

Che giornata, indimenticabile. Mi ospitò al suo desco domenicale con marito, figlio, nuora e tre nipotini “mutati” per il giorno di festa: tutti a tavola, gatto e cane compresi. Insalata di porcini crudi, tagliatelle ai funghi, arista di maiale con funghi trifolati . Finalmente i funghi della Garfagnana, senza trucchi. (urano)

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