mercoledì 13 gennaio 2016

Care's dal 17 al 21 gennaio in Alta Badia


Fonte: Alessandra Bocci Bazza Golosa Gazzetta.it



Niederkofler lancia Care’s: la cucina che ama il pianeta

Care’s è per gli chef, per gli aspiranti chef, per tutti quelli che hanno a cuore il cibo e il futuro del pianeta. Care’s è in qualche modo l’erede della Chef’s Cup, ma è anche un’evoluzione della manifestazione nata per far incontrare gli chef, gli addetti ai lavori e gli amanti della montagna e della buona cucina. Care’s parte domenica 17, e fino al 21 animerà le nevi dell’Alta Badia. La casa madre è l’hotel Rosa Alpina di San Cassiano, location del St. Hubertus, il ristorante guidato dallo chef stellato Norbert Niederkofler, animatore dell’associazione Cook the Mountains e creatore, insieme con il collega Giancarlo Morelli e il socio Paolo Ferretti, di questa nuova avventura che ha per tema il cibo, la natura, il territorio, la sostenibilità, insomma il futuro della buona cucina prima ancora che dell’alta cucina. “Dico cuoco e non chef perché bisogna prima di tutto tornare alle origini del nostro mestiere. Il mestiere consiste essenzialmente nel radunare la gente intorno a un tavolo e farla stare bene. Lo facevano i nostri nonni, le nostre nonne prima di noi. Lì si deve tornare. A un maso, una cucina, una situazione familiare e calda”.
Però questa è pur sempre una manifestazione per gli chef…Per gli chef e per tutti quelli che amano il cibo e il mondo nel quale viviamo. Parliamo di futuro della gastronomia, un patrimonio che abbiamo tutti a cuore. Chi vuole può iscriversi, non si tratta di essere cuochi professionali: chi partecipa assiste a un congresso sulla cucina di Europa e Asia. Il tema del secondo giorno è “Vita da chef”: cercheremo di spiegare agli aspiranti cuochi che cosa si devono aspettare dal lavoro che hanno scelto, ed è un tema interessante per tutti. Il terzo giorno è dedicato allasostenibilità: parleremo di come evitare gli sprechi. Ma si potrà conoscere gli chef, vederli al lavoro, e assaggiare. Ci saranno corsi di cucina a Castel Colz, a La Villa, e una bella cena a Lagazuoi, con pernottamento e colazione all’alba in baita. Un modo per ricominciare e farsi delle domande sulla ecosostenibilità di quello che cuciniamo e mangiamo.
Un modo per andare oltre il chilometro zero?Io non ho mai parlato di chilometro zero, mi piace parlare di valorizzazione del territorio. È questo il futuro, ma a questa manifestazione parteciperanno trenta chef che vengono da ogni parte del mondo. Il nodo centrale è appunto la cucina sostenibile, è imparare a usare quello che abbiamo e a valorizzare i prodotti locali. Se fossi al mare farei cucina di mare, ma sono in montagna e cerco di valorizzare i prodotti che ho, cosa che abbiamo chiesto anche agli chef che arriveranno. Il miglior manzo Kobe si mangia a Kobe, è questo che vogliamo far capire alla gente.
I vostri ospiti cucineranno prodotti locali?La missione per i nostri invitati è: portare la loro cucina, ma adattarla se possibile ai prodotti locali.  Fare la loro cucina in modo etico. I nostri ospiti arrivano da Australia, Perù, Brasile, Giappone, Russia, Danimarca e tanti altri paesi. Ma abbiamo anche invitato tutti gli allievi delle scuole alberghiere dell’Alto Adige e indetto un premio per giovani chef. Chi vince potrà andare un mese in Perù e fare stage con grandi cuochi.
Chi si iscrive che cosa trova?Cultura del cibo, divertimento e consapevolezza. Si parla, si mangia e ovviamente si scia, se lo si desidera.
Ci sarà anche una sessione estiva di Care’s?Una sessione abbinata al golf, mentre l’inverno sarà sempre legato allo sci, ma non sarà sempre Italia.
Il mondo della cucina dopo tanta spettacolarizzazione cambia. Prima missione?Recuperare prodotti vecchi o secondari. E dietro a questo recupero c’è ricerca, c’è uno studio costante. C’è molto da imparare dai peruviani.
Norbert, se si trova davanti un vegano che cosa pensa?Se mi ha avvisato in tempo posso provare a fare buoni piatti con ingredienti compatibili. Noi italiani siamo avvantaggiati: abbiamo verdure, pasta, cereali a base della nostra cucina. Con i vegetariani non c’è problema, per i vegani ci stiamo attrezzando. Il vegano è più complicato. D’altra parte, lavorando tanto con gli stranieri, siamo già abituati a far fronte alle necessità di chi ha intolleranze e allergie. A proposito, chi viene dalla Russia difficilmente ha allergie, gli americani o gli inglesi ne hanno molte di più. Forse dovremo tutti ripensare i nostri modelli alimentari. Perché il mondo cambia, l’importante è non farlo cambiare in peggio e recuperare tutto quello che c’è di buono nella nostra cucina del passato, riscoprire e abbinare alle esigenze di oggi.



Per informazioni e iscrizioni a Care-s, si può consultare il sito www.care-s.it

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