Da oggi 22 fino al 25 gennaio in Alta Val Badia
Si apre la nuova edizione di Care’s (22-25 gennaio), l’atteso evento capace
di riunire d’inverno e poi in estate, a Salina a fine maggio, 30 chef
internazionali da 6 continenti e 16 nazioni, professionisti della ristorazione,
giornalisti e imprenditori, che convergono dagli angoli più lontani del pianeta
nei suggestivi paesini alpini, per un confronto unico su sostenibilità, cura
del territorio, tutela dell’ambiente e soprattutto etica.
Lo chef altoatesino Norbert Niederkofler e Paolo Ferretti, ideatori del
progetto, con la collaborazione dello chef Giancarlo Morelli, sono molto
orgogliosi di aver coinvolto ben 30 chef internazionali paladini con la loro
cucina e i loro progetti specifici, dello stesso pensiero etico di Care’s The
Chef Ethical Days. Un’impresa non facile riunire cosi tante eccellenze, ma
l’adesione e l’entusiasmo, confermano la caratura e l’importanza di tale
evento. Cura e attenzione, come quelle che ci vogliono in cucina e che il nome
della manifestazione rappresenta, sono state le parole chiave che hanno
permesso di riunire un parterre cosi importante, in una località tanto
affascinante e nota ma senz’altro non facile da raggiungere a quasi 2.000 di
altezza.
Quattro intense giornate di workshop, cooking lesson ed esperienze
gastronomiche con spettacolari pranzi in quota e cene di gala a più mani dove
cucineranno fianco a fianco- tra gli altri - lo chef-ricercatore di cucina
aborigena Jock Zonfrillo che arriva da Adelaide, nel sud dell’Australia, con le
sue tecniche native e antiche radici; il sostenitore della cucina endemica
Rodolfo Guzman dal Cile, che sugli ingredienti endemici specifici del suo
territorio ha fondato una piattaforma di ricerca e il californiano Daniel
Patterson che in cucina, grazie al suo solido gruppo, ha posto l’accento non
solo sugli ingredienti ma anche sull’accessibilità al lavoro.
Diverse e tutte altamente prestigiose le tante figure internazionali che hanno accettato con entusiasmo l’invito di Care’s, che ha avuto la capacità di riunirli e stimolarli, dando vita a un momento unico in Italia. Gran parte degli chef che nel loro paese stanno già portando avanti specifici progetti etici, sfrutteranno il palco scenografico delle montagne altoatesine come momento per presentarli e condividerli con il grande pubblico e la stampa presente.
Durante i quatto giorni di Care’s racconteranno infatti il loro pensiero etico e cucineranno ricette inedite:
Diverse e tutte altamente prestigiose le tante figure internazionali che hanno accettato con entusiasmo l’invito di Care’s, che ha avuto la capacità di riunirli e stimolarli, dando vita a un momento unico in Italia. Gran parte degli chef che nel loro paese stanno già portando avanti specifici progetti etici, sfrutteranno il palco scenografico delle montagne altoatesine come momento per presentarli e condividerli con il grande pubblico e la stampa presente.
Durante i quatto giorni di Care’s racconteranno infatti il loro pensiero etico e cucineranno ricette inedite:
Nord America
Daniel Patterson
Nel 2006 Daniel Patterson ha aperto Coi, piccolo ristorante di fine dining
che nel tempo ha cambiato l’approccio in cucina dei Californiani. Negli ultimi
10 anni ha formato il Daniel Patterson Group e aperto 6 altri locali (Aster,
Alta CA, Alfred’s, Haven, Plum Bar e LocoL), istruendo chef e ristoratori.
Patterson e il suo gruppo sono ormai molto noti per l’attenzione maniacale
sulla provenienza degli ingredienti che trattano, dalla verdura fresca alla
carne allevata eticamente. Lo chef ha inoltre fondato The Cooking Project, un
progetto no-profit volto ad insegnare ai ragazzi e ai giovani le abilità base
di cucina, concentrandosi su piatti poco costosi ma molto saporiti provenienti
da diverse tradizioni, con l’idea di rendere la cucina più accessibile. In
tempi recenti, insieme al noto chef di Los Angeles Roy Choi ha lanciato LocoL,
un fast food rivoluzionario pensato per proporre alle comunità disagiate buon
cibo.
Centro America
Jorge Vallejo
Proprietario con la moglie Alejandra del ristorante Quintonil di Città del
Messico, la sua città natale, il giovane Jorge Vallego (classe 1981) ha scelto
per il suo locale un approccio specifico: Quintonil riflette il Messico, non
solo per ricette e tradizioni, ma anche per i prodotti utilizzati, “pensando
sempre – specifica lo chef – che stiamo servendo un cittadino messicano
contemporaneo”. Oggi i Messicani sono molto più attenti alla propria salute,
nello scegliere cosa mangiano e soprattutto da dove proviene, motivo per cui
Vallejo ha sviluppo relazioni con i produttori e allevatori che gli forniscono
le materie prime.
Sud America
Rodolfo Guzman
Paladino in Cile della “cucina endemica” per il Sud America, guida Boragò
un ristorante incentrato sui prodotti del territorio: pesce della costa, frutta
e radici di foreste, valli e montagne indigene, rispettando le stagioni, come
facevano gli antichi Pehuenches e Mapuches. Grazie alla collaborazione di oltre
200 tra allevatori e piccoli coltivatori sparsi negli angoli più remoti del
Cile, si è poi concentrato sullo studio delle specie endemiche cilene.
Oggi Guzman è il fondatore e direttore di Conectàz, la più complessa piattaforma
di ricerca di ingredienti endemici e nuove tecniche di cucina. A Care’s
presenta Ice brulèe, dessert che rivisita la crème brulée utilizzando una
pianta del deserto di Atacama che vive tra i 3000 e i 5000 metri.
Europa
Christian Puglisi
Vincitore con RELÆ, il suo ristorante di Copenhagen, del 50 Best
Sustainable Restaurant Award per il 2015 e 2016, Christian Puglisi ha un
approccio imbattibile sulla questione sostenibilità. Puglisi nel suo locale
propone infatti il menu fisso “Experience” che serve dalle otto alle dieci
portate, e il “Relæ Menu”, che serve le quattro principali: limitare
l’offerta significa limitare gli sprechi, innalzare la qualità, contenere i
prezzi ed è la chiave dell’essere sostenibili. Relæ inoltre lavora in simbiosi
con l’adiacente Manfreds, cosa che permette di fare una spesa molto mirata,
dove lo scarto di un ristorante si tramuta nella materia prima dell’altro.
Stesso discorso per le altre realtà di proprietà: Mirabelle (la panetteria) e
Bæst (che produce formaggi e salumi). Certificato biologici, Relæ ha una
fattoria fuori Copenaghen in cui lavora tutto lo staff, dove coltivano vegetali
e allevano 10 vacche che mungono quotidianamente: lo scambio di informazioni
tra chi lavora in cucina e chi lavora nel campo permette di pianificare le
coltivazioni e pianificare i menu.
Russia
Vladimir Mukhin
Classe 1983, Vladimir Mukhin. è dal 2014 alla guida del White Rabbit, sulla
piazza Smolenskaya, un ristorante sopraelevato con vista mozzafiato sullo
skyline di Mosca. Precursore della cucina russa tradizionale e del ritorno alle
radici molto prima dell’embargo che ha vietato l’importazione di prodotti
esteri, di sé dice: “Rappresento la quinta generazione di una famiglia di
cuochi: ho la cucina russa nel sangue. Utilizzo molti prodotti locali, spesso
sconosciuti oltre i confini, e tecniche “primordiali” come il langour, antica
modalità di cottura nel forno”. Mukhin combina ingredienti ricercati in tutte
le regioni del paese ma li tratta con criteri moderni, dal pesce del Baltico o
del Mar Nero, all’abbinamento classico di anatra e mela, sottaceti, fiori ma
anche porridge di cereali che nasce da zuppe povere come shchi o pohmelka
trasformate in piatti gourmet. Il risultato di questo mix è una nuova cucina
russa, dove le tradizioni sono eterne e l’innovazione senza fine.
Asia
Luca Fantin
Veneto, dal 2009 alla guida dell’omonimo ristorante situato Bulgari Ginza
Tower di Tokyo, è l’unico chef italiano in Giappone premiato con una stella
Michelin; nominato inoltre “miglior chef italiano al mondo” dalla guida gourmet
italiana "Identità Golose" edizione 2015. Il suo stile è una
contemporanea interpretazione della cucina italiana tradizionale, basata
sull’utilizzo di materie prime di elevata qualità ed elaborata con tecniche
raffinate e grande creatività. La sua scelta etica è quella di acquistare non
solo ortaggi, ma anche latticini, pesce e carni localmente in quanto di ottima
qualità e freschi rispetto ai prodotti di importazione, visitando di persona i
luoghi di origine dei suoi ingredienti e stabilendo relazioni con i produttori:
le immagini del suo ultimo volume (La Cucina di Luca Fantin. Pubblicato da
Assouline, preziosa raccolta culinaria di 32 ricette) catturano proprio questi
momenti. Oltre a carote e cipolle Luca acquista localmente funghi, radicchio e
zucche. Il piatto che prepara a CARE’s è "Cipolle e tartufo nero".
Oceania
Jock Zonfrillo
Chef-ricercatore italo-scozzese, allievo di Marco Pierre White, da oltre 17
anni vive ad Adelaide dove ha aperto Orana, ristorante di cucina aborigena con
oltre 50/60 ingredienti “nativi” indigeni, inclusi nella carta. E’ paladino con
Orana Foundation della cucina aborigena, esempio massimo di sostenibilità
perché – spiega lo chef – “se ti preoccupi della Terra, la Terra si preoccupa
per te, e da Lei potrai ricevere quello che alla fine stai cercando”: Zonfrillo
lavora proprio con chi custodisce la terra piuttosto che con i suoi
proprietari, dando alla sua cucina una nuova dimensione.
FONTE: Cronache di Gusto del 21/01/2017
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